lunedì 18 gennaio 2010

Il tempo di esposizione

Il tempo di esposizione è il tempo che date alla luce per creare l’immagine sul sensore (o sulla pellicola) della vostra macchina fotografica. Potete scegliere il tempo di scatto tra una serie di valori predefiniti (espressi in secondi). La sequenza più tradizionale è quella in cui ad ogni “passaggio” tra un elemento e l'altro della serie il tempo di scatto raddoppia o si dimezza. Eccola qui:
30, 15, 8, 4, 2, 1, 1/2, 1/4, 1/8, 1/15, 1/30, 1/60, 1/125, 1/250, 1/500, 1/1000, 1/2000, 1/4000, 1/8000
Questa è la sequenza più tradizionale, molte macchine fotografiche possono lavorare utilizzando un set di tempi impostabili maggiore, per avere un maggiore controllo, ma per chiarezza ora supporremo di utilizzare questa sequenza di tempi (nella sequenza presentata la luce raddoppia o si dimezza ad ogni passaggio, ma con sequenze diverse ogni passo può aumentare di 1/2 o di 1/3 la luce che viene acquisita).


Per capire cosa sia il tempo di esposizione (o tempo di scatto) immaginiamo ad esempio, di impostare come tempo di scatto di 1/125. La luce colpirà il sensore per esattamente 1/125 di secondo (ossia 0.008 secondi), se invece impostate il tempo di scatto a 1/60 la luce colpirà il sensore per più tempo (circa 0.016 secondi). Come è facile immaginare, quindi, tramite il tempo di scatto si può fare arrivare al sensore più o meno luce (più lungo è il tempo di scatto, più luce “cattureremo”), ma si può fare anche un’altra cosa: possiamo congelare le cose. Non sto parlando di surgelati sia ben chiaro, sto pensando al fatto di poter avere una foto in cui qualcosa che nella realtà si muove velocemente risulti perfettamente fermo. Facciamo un esempio: vi hanno chiamato come fotografi ufficiali per una gara automobilistica. Siete a lato di un rettilineo in cui le automobili, supponiamo, sfrecciano a 300 chilometri orari. Se, per utilizzare un numero che abbiamo già usato prima, impostate la vostra macchina per scattare a 1/60 di secondo, la luce colpirà il vostro sensore per 0.016 secondi. Dovete considerare anche un’altra cosa però... Durante quei 0.016 secondi l’automobile che state cercando di fotografare si è mossa. Se vi fidate di me, vi dico che in 0.016 secondi un’automobile che viaggia a 300 km/h si sposta di circa 1 metro e 16 centimetri. Questo si traduce in una foto assolutamente mossa. Se vogliamo avere una fotografia in cui si capisca che quella che avete fotografato è un’automobile, bene, dobbiamo avere un tempo di scatto molto (molto) più breve! Passiamo quindi da un valore di 1/60 a quello di 1/8000. Questa volta il sensore riceverà luce per 0.000125 secondi, un tempo incredibilmente breve, durante il quale l’automobile si sposterà di solo 8 millimetri e mezzo (circa). Questo vi permetterà di ottenere una foto molto meno mossa di quella precedente. Quindi, tutte le volte che vi troverete di fronte ad un soggetto in movimento da fotografare, dovrete chiedervi quale sia il tempo di scatto che si addice al movimento del soggetto. L’esempio dell’automobile di prima è estremo, ma ogni situazione ha il suo tempo di scatto, in relazione anche all’effetto che volete ottenere. Volete congelare le azioni? Dovete scegliere tempi più rapidi rispetto al movimento di ciò che state fotografando. Volete ottenere delle immagini mosse? (Non è una domanda retorica, il mosso non è sempre un difetto nelle foto, anzi, molto spesso è ricercato). Bene in tal caso dovrete scegliere un tempo più lento rispetto all’azione del soggetto che state fotografando.

Ma il discorso sul tempo di esposizione non finisce qui. Prima ho parlato di “mosso”, approfondiamo un po’ il discorso: infatti esso può crearsi per due ragioni ben diverse. Il primo, quello forse più scontato, è il movimento del soggetto che state ritraendo. Se fate una foto ad un bambino che sta giocando con il suo cane è probabile che i vostri soggetti non stiano fermi per permettervi di scattare la fotografia, ecco quindi che l’unica soluzione è quella di scegliere un tempo di scatto molto rapido, altrimenti la vostra fotografia risulterà irrimediabilmente mossa. Altra causa del mosso nelle fotografie è il movimento del fotografo, si, perché dal momento che non siete di marmo, anche se magari non ve ne accorgete, quando avete in mano la macchina fotografica vi muovete, alcuni di più, alcuni di meno e questo prima o poi vi porterà, se non usate degli accorgimenti, ad ottenere fotografie mosse. Per capire come evitare le fotografie mosse a causa del movimento del fotografo, dobbiamo andare a parlare di un altro argomento chiave per chi si interessa di fotografia. Dobbiamo parlare di obiettivi e di lunghezze focali.

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